Il folletto tutto matto ‘U Mazz Mauriell’… nel Molise tra storia e leggenda.

Interessanti e curiose leggende popolari che entrano nella storia del Molise tra luoghi, castelli e piccoli paesi.

Miti e leggende antiche che circolano discretamente nei racconti e nelle esperienze di chi non ha mai smesso di crederci… Tra questi suscitano senz’altro simpatia e stupore i racconti dei campobassani sulla leggenda du Mazz’ Mauriell”.

Castello Monforte (CB)- Porta d’ingresso dove una volta c’era il ponte levatoio

Si tratta di  uno strano essere, alto non più di due palmi con un viso lentigginoso e un pò beffardo, un paio di occhietti brillanti e un naso rivolto all’insù. 

Sembrava che portasse in testa un berrettino scarlatto e che abitasse nei pressi del Castello Monforte a Campobasso, in una casa tutta chiusa senza finestre e con un solo grosso portone dipinto di rosso.

Per continuare con la leggenda, si mormorava molto su di lui… per esempio che andasse in giro a molestare le persone e ad atterrirle. Attenzione però a svelare la sua presenza: quel folletto si sarebbe sentito tradito e, indispettito, avrebbe fatto una pazzia!

Momenti di semplicità nel Molise di una volta

La gente del Molise di allora diceva che viveva da solo. L’unica compagnia… un gatto nero, anch’esso un po’ fuori del comune, proprio come Mazz’ Mauriell e non miagolava mai. Il matto folletto possedeva un anello magico e, se trattato bene, diventava benefattore aiutando chi era stato buono con lui (…matto sì, ma in fondo anche buono e simpatico!).

“Non privare nessun essere umano dei suoi beni relativi e confusi, casa- patria- tradizioni- cultura, che riscaldano e nutrono l’anima e senza i quali la vita umana non è possibile”, lo diceva Simone Weil, uno dei più grandi filosofi del Novecento… Noi facciamo nostro questo pensiero e ribadiamo che le leggende sono un patrimonio culturale. Esse rappresentano un elemento importante dell‘identità di una comunità, un fattore comunicante che unisce un popolo nel suo senso di appartenenza non solo geografica, ma anche spirituale.

Cuore pulsante di una comunità, esse possono manifestare sentimenti contrastanti e sublimi nello stesso tempo, ma di certo trasmettono valori, patrimonio immateriale, tradizioni, educazione culturale dalle vecchie alle nuove generazioni e servono a sviluppare l’umanità stessa dei paesi e dei luoghi dove nascono.

“… non è certo la gloria a fornirci la misura della nostra vita, ma piuttosto la scelta di seguire la nostra leggenda personale, di credere nelle nostre utopie e di lottare per esse.”  scrive così Paulo Coelho ed ha perfettamente ragione!

scritto da Pasqualino Barbieri

dr in Scienze Turistiche e divulgatore culturale

Fonte immagini: Internet

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