Se ci si aggira tra i vicoli dei piccoli borghi e nei centri storici molisani, soprattutto durante il periodo tra la primavera e l’estate, è possibile fare incontri “artistici” davvero delicati: donne giovani e meno giovani intente a ricamare, davanti alle proprie abitazioni, si dedicano pazientemente a lavorare il tombolo, l’antico merletto tipico del Molise.
Ora chiacchierando ora in silenzio, si applicano con passione e pazienza su un lavoro di raffinata manualità. Nell’osservarle si percepisce la tranquillità e l’attenzione con cui mani esperte tramandano un antico mestiere mai dimenticato: l’arte del tombolo, l’arte che ha reso famoso il Molise e molti dei suoi paesi come Isernia, Carpinone, Miranda, Ferrazzano, Roccavivara, Mafalda, Tavenna, Sessano, Bojano. Qui si producono ”re tummarieglie”- i tummarielli (fuselli) – grazie alle “pezzagliere”– così si chiamano le merlettaie al tombolo.
Quest’arte tipicamente femminile consiste nel lavorare e realizzare sul tradizionale “pallone” (un cuscino a forma di rullo) merletti raffinati di raro pregio e delicata bellezza tanto da impreziosire tessuti, tovaglie, lenzuola, centritavola, ecc.
Un lavoro ad arte, quello del tombolo a cui una volta bisognava esercitarsi sin da bambine per mantenere viva la passione e acquisire le tecniche. Per le donne che non andavano in campagna il tombolo era un’attività produttiva destinata alla realizzazione di corredi, una specie di salvadanaio del tempo e della tradizione da tramandare.
Oggi, l’arte del merletto al tombolo così come la tradizione del ricamo e la leggerezza delle sue forme tra sottili fili sono sempre più apprezzate da coloro che possono definirsi estimatori ed amanti del bello, del settore tessile di nicchia, della moda e fra chi interpreta gli antichi mestieri manuali come valori patrimoniali di un artigianato di qualità da salvaguardare.
Così come apprezzabili sono tutti quegli appassionati che sparsi sul territorio italiano si sono riuniti e organizzati per far rivivere l’antica tradizione del tombolo, diffondendola a grandi e piccoli seguaci, anche attraverso scuole e corsi di insegnamento.
Si tratta del meritevole rilancio di un’attività antica in un contesto modernissimo.
Come tutte le opere artigianali, la lavorazione del tombolo è totalmente incentrata sulla manualità, la passione, la creatività e non può che rispondere ad insegnamenti tramandati nei secoli di un’arte accurata e mai improvvisata.
Possiamo affermare infatti che possedere tali abilità nel produrre “opere al tombolo”, vere proprie opere artistiche, contribuisce a creare l’eccellenza per il nostro Bel Paese, preservando l’importanza dell’attività artigianale come tipicità identitaria del territorio stesso.
Basti pensare ai merletti napoletani di Pozzuoli in Campania, di Pescocostanzo e Scanno in provincia dell’Aquila e del tombolo aquilano sempre in Abruzzo, di Offida nelle Marche, di Cantù in Lombardia, del Salento nella meravigliosa Puglia, fino ad arrivare al merletto di Gorizia in Friuli Venezia Giulia, di Dentelles di Cogne in Valle d’Aosta e tanti altri ancora… Senza dimenticare l’arte del tombolo in Europa e nel mondo: in Germania era presente già dal 1400, presso Hannover e Norimberga, e persino, pensate un po’, nelle Isole Maldive, sull’isola dei pescatori dell’arcipelago di Ari Sud nell’Oceano Indiano.
Insomma, il tombolo è un mestiere antico e prezioso, sparso per il mondo, che continua a conquistare l’attenzione anche delle nuove generazioni.
Tornando al nostro Molise, si può dire con orgoglio che il pregio del tombolo molisano sta proprio nel disegno, particolarmente elaborato per l’intreccio delle ‘corsie’.
Nel Molise è Isernia che eccelle per la produzione tanto che il tombolo tipico del Molise è il merletto di Isernia, il “pizziglio” (da cui “ripizzigliar” – i venditori di merletti -) noto in tutta Italia per il suo cosiddetto “punto in aria”, un merletto ad ago che si distingue da tutti gli altri e fa eccellere per l’appunto il nostro Molise.
Ma ciò che caratterizza i merletti di Isernia al punto da renderli famosi in tutto il mondo è il sottile filo di produzione locale di colore avorio con cui vengono lavorati e che li rende davvero unici ed eleganti.
Ancora oggi sono in molti a identificare Isernia come la città dei merletti. Dunque se decidete di fare una passeggiata nella città antica, è molto probabile che tra le stradine vecchie vi avventuriate nell’incontro di pazienti ed abili merlettaie all’opera!
Personalmente ho provato una grande ammirazione a Ferrazzano, nel piccolo borgo antico a pochi km da Campobasso, dove ho conosciuto un gruppo di simpatiche donne che, con cadenza giornaliera, tengono un corso di tombolo per apprendere l’arte di questo mestiere antichissimo.
In un armonioso intreccio di dita e fuselli non avete idea di quanto sia gradevole ascoltare nel silenzio il suono particolare dei “tommarielli”, un tintinnio di bastoncini di legno sapientemente alternati tra di loro per realizzare questi veri e propri capolavori: i merletti del Molise. Un richiamo originale per curiosi, bambini e visitatori che amano fare turismo esperienziale e di ispirazione. La bellezza e l’incanto nel vedere queste donne mentre lavorano al tombolo e realizzano magnifici manufatti trasmettono una straordinaria umanità ed il legame che si intreccia tra di loro.
I luoghi dove si incontrano queste merlettaie, nei paesini del nostro bellissimo Molise, sono l’emblema della bellezza e del sentimento umano che unisce questi luoghi al cuore umano.
Capolavori d’arte che le nostre donne molisane sanno raccontare, attraverso il loro lavoro, la storia e la cultura di un popolo.
Una energia quasi spirituale che riescono a trasmettere naturalmente mentre sono intente a realizzare i loro capolavori.
L’arte del tombolo potremmo definirla un vero e proprio tesoro, quasi un investimento di famiglia, da tramandare alle generazioni future, con il piacere di trasmettere e valorizzare una civiltà passata, le emozioni, l’impegno e la passione per ciò che si è creato nel tempo con amore.
Scritto da Maria Vasco fondatrice Moliseinvita
USI, COSTUMI E TRADIZIONI NEL MOLISE. Un po’ di storia e curiosità…
Il merletto a tombolo iniziò il suo splendore a partire dal 1400 e la tradizione vuole che esso sia stato diffuso dal convento di S. Maria delle Monache, le quali insegnarono l’arte del tombolo alle giovani fanciulle. Le origini dunque della lavorazione del tombolo risalgono al basso Medioevo quando nel Molise sorsero numerosi conventi benedettini, centri di preghiera e di operosità. La lavorazione di pizzi e merletti era l’impegno prevalente di tante nobili fanciulle destinate al convento dalle severe leggi feudali per cui la principale occupazione quotidiana doveva essere la lavorazione del merletto.
Fu proprio la Regina Giovanna D’Aragona a voler apprendere personalmente la lavorazione dei merletti, di cui era una grande ammiratrice. La sovrana, durante i periodi di villeggiatura ad Isernia, si divertiva a lavorare sul tombolo con i fuselli ( ‘re tummarieglie ), istruita dalle più capaci signore di Isernia.
Esiste documentazione storica che attesta che nel 1503 le monache producevano pizzi e merletti. Da qui è nata la scuola molisana che ancora oggi perpetua la tradizione e trova clientela in tutto il mondo
FONTI IMMAGINI E NOTIZIE STORICHE: INTERNET
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