IL PARCO DEI TRATTURI DEL MOLISE
Testimone inestimabile di un passato identitario e patrimonio di una civiltà universale che appartiene solo al nostro territorio
Nel Molise, una terra ricca di tesori ancora poco conosciuti, dall’arte alla natura, dalle tradizioni millenarie ai sapori di una volta, costellato di piccolissimi borghi antichi fatti in pietra e da panorami mozzafiato, non si può non fare una tappa lungo i tratturi, strade naturali rimaste intatte nei millenni, dove veniva fatto transitare il bestiame per la migrazione stagionale, e che si snodano tra l’Abruzzo e la Puglia lungo vallate e colline per regalare momenti di vera immersione nella natura.
Luoghi antichissimi che solo di recente sono stati istituiti dalla Regione Molise come Parco dei Tratturi al fine di salvaguardare un patrimonio unico al mondo e che testimonia le origini pastorali delle genti molisane. Vere e proprie arterie stradali, queste “autostrade del passato” rappresentavano luoghi di incontro in cui si socializzava, si tenevano feste, si pregava nelle chiesette sparse lungo il percorso. Eccellenze del Sud Italia che meritano di rendere orgoglioso il Paese intero!
Manifestazione naturale dell’orografia del territorio, queste strade particolari, disposte come i meridiani (tratturi) e i paralleli (tratturelli e bracci) sulle quali sono sorti più di 60 centri abitati, sono da considerarsi veri e propri musei all’aperto, in cui si trovano testimonianze di ogni tempo e di ogni tipo, architettonico, naturalistico, archeologico, della natura e dell’uomo.
Dal punto di vista naturalistico e geografico, i tratturi si sviluppano per circa 4086 ettari e consistono in lunghe piste erbose che si diramano in un paesaggio molto vario, che va dalle montagne alle colline, alle valli, toccando fiumi e laghi. Elenchiamo qui i più antichi ed importanti:
Il Celano-Foggia (circa 200 km)
Il Castel di Sangro-Lucera (circa 127 km)
Il Pescasseroli-Candela (circa 211 km)
Il “Tratturo del Re” che collegava L’Aquila a Foggia (circa 243 km) è quello che meglio rappresenta la società della Transumanza (ossia la pastorizia trasmigrante) nel periodo aragonese.
Solo in Molise è possibile ancora andare a cavallo per decine di chilometri attraverso questi “Giganti Verdi” ed ammirarli nella loro ampiezza originale (di 111,6 metri) con relativi limiti in pietra ai lati.
Da ricordare infine, che nel 1976, con Decreto del Ministero per i Beni Culturali, i Tratturi sono stati dichiarati di “…particolare interesse per l’archeologia e per la storia politica, economica, sociale e culturale della Regione Molise, ponendo di fatto i Tratturi sotto la stessa giurisdizione delle opere d’arte.”
Riteniamo che il Parco dei Tratturi rappresenti una preziosa risorsa per la piccola regione Molise e che possa potenziare l’offerta turistica e culturale sia per il nostro Bel Paese che per il resto del mondo.
Turismo che sostiene e valorizza le caratteristiche geografiche di un luogo, il suo ambiente, la sua cultura, la sua estetica, favorendo il benessere della popolazione residente.
Non è difficile infatti immaginare un florido sviluppo del turismo di “destinazione umana” in questi luoghi: terre aspre e selvagge che nella loro autenticità rendono unico il Molise conservando una tradizione tramandata da secoli, la Transumanza, e dove aleggia un’aria di pace, tranquillità e natura incontaminata. Nell’ottica di una progettualità e di un’economia turistica fondata su un’opportunità sostenibile e responsabile, il Parco dei Tratturi merita infatti un’attenzione a livello mondiale soprattutto per i suoi valori “umani”. Non solo dunque un percorso di antiche e “modeste” attività pastorizie, ma un’ autentica destinazione turistica da mettere assolutamente a valore. Un bene prezioso da salvaguardare sia per le popolazioni residenti che per le nuove generazioni che lo erediteranno!
Tratto dall’articolo di Moliseinvita: Il Molise più autentico – CLICCA QUI PER LEGGERLO
NOTE DA RICORDARE: l’Unesco nel 2019 ha riconosciuto la Transumanza Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Per il Molise, la Legge regionale n.9 dell’11 aprile 1997 recita: “I Tratturi in quanto beni di notevole interesse storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico, nonché utili all’esercizio dell’attività armentizia, vengono conservati al demanio regionale e costituiscono un sistema organico della rete tratturale denominato “Parco dei Tratturi del Molise“
Dal 1/06/2006 è attiva la candidatura di “La transumanza: i Regi Tratturi” a Patrimonio sia materiale sia immateriale dell’umanità dell’UNESCO, presentata dal
Ministero per L’Ambiente con le regioni Abruzzo, Molise, Campania e Puglia. Attualmente la Transumanza è stata proclamata “Prodotto Identitario delle Genti Italiche del 2016” a tutela della biodiversità e di tutte quelle attività sostenibili ad essa correlate. I tratturi inoltre godono dell’attenzione dell’ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, per il riconoscimento della manifestazione della transumanza, ereditata degnamente e rimasta intatta nel tempo grazie alla vocazione agro-pastorale della famiglia molisana Colantuono di Frosolone (IS), l’unica in Italia che ancora oggi, dal 25 al 28 maggio di ogni anno, sposta le sue mandrie dalla Puglia al Molise per poi farvi ritorno in autunno. Carmelina Colantuono, di fatto ultima cow girl italiana, protagonista ed erede eccellente della tradizione della transumanza, è stata scelta come simbolo del Molise migliore a Expo 2015.