“Armonie imperfette”: mostra e ispirazione creativa dell’artista molisana A.A. Caruso a Civitella del Tronto | Abruzzo

Armonie imperfette

Arte e ispirazione creativa della nota artista molisana Antonietta Aida Caruso in una mostra di importante valenza umana e pittorica. L’evento culturale si svolge presso una spettacolare location in Abruzzo: la storica Fortezza di Civitella del Tronto (Teramo) dal 13 al 23 luglio 2021.

La splendida Fortezza Spagnola che domina a 600 metri di altezza l’abitato di Civitella del Tronto, al confine tra Abruzzo e Marche, accoglie dal 13 luglio le opere pittoriche di Antonietta Aida Caruso in mostra nella suggestiva Chiesa sconsacrata di San Giacomo, da cui si gode lo spettacolare scenario naturale della Val Vibrata e dei monti circostanti.

Veduta del borgo e della Fortezza Spagnola di Civitella del Tronto TE Abruzzo

La mostra è stata promossa da Irdi Destinazionearte e dal suo Presidente, il prof. Massimo Pasqualone, con la collaborazione del Comune di Civitella del Tronto, e sarà visibile fino al 23 luglio dai tanti visitatori che quotidianamente si inerpicano sulla salita che conduce alla Fortezza, un monumento che è risultato nel 2016 il più visitato in Abruzzo con 45.000 presenze nell’anno.

Le tele esposte di Antonietta Caruso, nelle potenti immagini pittoriche dell’Autrice – che ha corredato qualche tela di una sua intensa poesia- sono cariche di suggestioni che affiorano da profonde tematiche umane. In una visione circolare le tensioni esistenziali si stemperano verso un’alba di rinnovata felicità, si rievocano come lontane nostalgie davanti al mare, o ci lanciano dei messaggi, come la necessità di asciugare il pianto per il sole che muore… per riuscire a vedere le stelle (prendendo spunto dal poeta Tagore). E ancora ci rammentano, in una visione di solitudini ascensionali, che il vuoto interiore che disperatamente si cerca di colmare amplia il vuoto cosmico intorno a noi e ci allontana sempre di più dall’ infinito (che è da cercare nel nostro intimo).

Nella prima giornata espositiva si è rilevata un’ attenta visione dei quadri da parte dei visitatori, che hanno espresso su un registro all’ingresso della Chiesa le sensazioni evocate dalle immagini. Siamo sicuri che, a mostra conclusa, l’importante valenza umana e pittorica di questa mostra sarà ampiamente tracciata, disegnando un importante percorso nell’arte e nell’ispirazione creativa di Antonietta Caruso. (Recensione di Maria Carmela Mugnano, scrittrice).

LA FORTEZZA DELL’ARTE

” Nell’incalzare di queste figure che ritornano, c’è la domanda esistenziale della direzione: verso dove stiamo andando?
L’immagine si manifesta non come copia o interpretazione della realtà, ma come forma autonoma, i cui segni figurativi, sebbene attinti dal reale, sono ricondotti ad un mondo parallelo, quello al quale tendono i sogni.
I miei dipinti non sono evasioni dal mondo, ma una sfida a stanarci dall’indolenza del cuore, pungolarci a levarci dalla poltrona del vittimismo e cacciare le ali, virando dalla mediocrità sulle tracce del nostro destino divino e verificarne la direzione attraverso la gioia, il solo barometro possibile. Solo la gioia, non l’entusiasmo momentaneo, ma la gioia, quella vera, è capace di misurare la direzione della vita.
I soggetti invece riportano spesso alle tante vite tradite dalla società in cui viviamo nella quale viaggiamo ad un ritmo che non è nostro: troppe le solitudini esistenziali, le violenze – specie sulle donne – le dissoluzioni di sogni e progetti in frantumi.
Nel dipingere raccolgo pazientemente i tasselli smarriti del mosaico della vita e li ricompongo, ben sapendo che il disegno complessivo non si può fare, per gli inesplicabili tasselli mancanti. Tuttavia la pittura mi aiuta ad oltrepassare quegli specchi che graffiano il cielo (i miei fondali) e a cercare l’armonia nel tutto che fluisce.
L‘arte per me non è intrattenimento visivo ma una visione del mondo nella ricerca costante dell’identità. Nella dissonanza vi è sottesa una denuncia all’imposizione dei modelli proposti dal mondo e al senso di smarrimento perché non ci si riconosce in essi. Dietro le illusorie apparenze di benessere, si nasconde infatti un vuoto profondo e una disarmonia castrante.
Le forme artistiche diventano allora un viaggio alla ricerca di una sorta di eden perduto, che ciascun essere umano porta dentro e che difficilmente è apprezzabile nell’allucinazione collettiva dettata dal caos, dove, in mezzo a tante riposte apparentemente sfavillanti, si cela superficialità, se non crudeltà e indifferenza.
Invece gli uomini hanno urgenza di profondità e di senso, di una diversa composizione armonica della vita, di un universo reale e nello stesso tempo spirituale. E allora nei quadri rappresento me stessa alla ricerca di questa armonia mancante, facendomi portavoce di tanti, troppi, silenzi presenti nel mondo, silenzi velati da rumori e parole inutili.
Le mie figure non hanno volti perfetti, sono “icone” alle quali è possibile riferire metafore di ricerca tra umanità e non-umanità. Sono i paradossi che permeano la società di oggi, la spersonalizzazione dell’io, che rivendica la sua unicità e individualità.
artistica miro a superare le barriere del materialismo che continua a pervadere la nostra vita quotidiana per sfociare in una sorta di universi paralleli.
In diverse mie opere, il tradizionale pennello è sostituito o convive con altri strumenti contemporanei, ma questo non inficia la mia tecnica, che diventa più sofisticata negli effetti e più rispondente alla necessità di sperimentazione che guida la mia ispirazione.
Ciò che voglio fare è cercare luce sulle ombre della vita. ” 
Antonietta Aida Caruso


Fonte: Cantieri Creativi | Fonte immagini: Cantieri Creativi – Internet


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